Le amicizie femminili sono un disastro, l’ho sempre pensato. Come se fossero esseri fragili ai quali basta una folata di vento per esser spazzati via. Sono creature insicure che hanno bisogno di particolari attenzioni, mai soffocanti, ma sempre presenti per poter esistere e, sopratutto, continuare ad esistere.
Sarà che il mondo ci ha sempre voluto in competizione, sarà che le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte… possiamo togliere dal cilindro n spiegazioni di questo tipo. Ma la verità è una sola: ci vuole voglia, pazienza e accettazione per riuscire a coltivare un’amicizia per anni e anni.
Quando si è adolescenti è tutto più facile: si vive nella stessa città, si oltrepassano le stesse tappe, a partire dallo spuntare del seno fino ai primi ragazzetti, e si è costretti a subire le torture di una vita da liceale. Si stringono alleanze, si creano gruppi, si parte e si va ai concerti, si ride e si piange insieme e le festività, quelle maledette date che ci costringono a festeggiare tutti insieme facendo qualcosa di speciale, si passano rigorosamente insieme. Come le estati in costa a prendere il sole e ad andare nello stabilimento del tipo X a vedere se è davvero single come dice.
Tutto nella norma.
Un grande scossone viene già dato con l’università: iniziano a farsi e disfarsi valigie, a partire per città diverse.
Si conoscono nuove persone e ambienti, si sperimenta la convivenza con sconosciuti. Lì ti rendi conto di chi sei davvero, perché le tue amiche storiche ti hanno sempre ben protetta dai tuoi difetti eclatanti e anche se te li facevano notare, erano sempre pronte a capire e a chiudere un occhio. Abbiamo fumato insieme la prima sigaretta, sei stata la prima a cui ho detto di aver fatto l’amore, sei stata lì quando il cuore mi si è spezzato per un tizio che adesso non ricordo neanche perché mi piaceva. Ovvio che puoi capire i lati del cazzo del mio carattere.
Dopo esserti scontrata con il mondo e con diverse persone, ambienti e ostacoli, finisce anche l’età semi adulta dell’università e ti trovi nel tritacarne delle tue prime esperienze di lavoro. E lì sta il bello. Non puoi tornare sempre nella tua città come facevi prima. Le festività che erano sempre l’occasione giusta per vedere le tue amiche di sempre, diventano un tour de force dal quale vorresti scappare il prima possibile. Devi dividere il tempo perfettamente per far combaciare le ore di riposo, i parenti da visitare, i genitori da accontentare e le amiche con cui bere un bicchiere di vino la sera. E ci riesci pure, ma con fatica. E non con la stessa leggerezza di prima.
Incroci le agende, segni appuntamenti, chiedi della Pasquetta e di Ferragosto. Fai finta che il capodanno ti piaccia solo perché puoi passarlo con loro, ma vorresti d’altra parte cambiare un po’ gli schemi.
Ma le vecchie amicizie sono difficili da tralasciare, così come le vecchie abitudini.
E solitamente va così. Ci si fa prendere dopo un po’ dalla vita che avanza, dai luoghi e le persone che cambiano, dal lavoro che ci vuole onnipresenti e super concentrati. E si finisce per perdere quel filo sottile che ci lega alle amiche ventennali.
Pensavo sarebbe andato così.
Ma non è questo il mio caso.
Ho scoperto nel modo più atroce che ci possa essere che quelle amicizie sono così viscerali che neanche te ne rendi conto. Che hanno preso un posto così grande e con radici così profonde nel tuo cuore che per sradicarle ci vorrebbe una vita in più.
Il problema è che te ne rendi conto solo quando perdi tutto questo, quando quel filo non si è semplicemente assottigliato per le contingenze della vita adulta, ma è stato strappato con forza dalla volontà di una tua amica, che ha deciso che la sua vita non valesse abbastanza per provare a combattere.
E quando sei davanti ad un atto del genere non puoi che chinare la testa e prendere del tempo per riflettere. Sono così presa da una vita che mi fa solo affannare da non capire che esiste ben altro? Che esisteva un’amicizia così viscerale? Che avevo dimenticato cosa significasse avere 16 anni e avere paura? Che non pensavo quanto fosse più facile avere paura in due?
È questo che ci frega, non fate mai questo errore con le vostre amicizie.
Pensiamo di aver eliminato la paura, di essere diventate grandi e grosse senza capire che, invece, la paura non se ne va mai. Ma l’orgoglio e la vergogna diventano più forti con l’età adulta e non permettono di dimostrare, neanche alle tue amiche di sempre, che tu continui ad avere una paura fottuta. E i sentimenti, anche quelli più brutti, non lo condividi più, non li spartisci con loro che vivono la tua stessa situazione e possono capirti. Sei troppo impegnata a sbattere in faccia agli altri le mille cose che fai e che hai ottenuto e a dire, per giunta, che proprio in virtù di questa meravigliosa vita impegnata, tu non hai tempo. Non hai tempo per loro.
Non lasciate che la vita da adulti vi succhi via quella linfa vitale. Che vi porti via la condivisione. E anche se festeggiare il solito capodanno con le solite amiche e con le solite problematiche di organizzazione, vi pesa da morire, fatelo lo stesso. Perché le radici vanno sempre nutrite. E loro, le amiche di sempre, non rappresentano altro che la base su cui si poggia il rapporto che avete con gli altri.
Fidatevi delle parole di una persona che ha perso un’amica di sempre e che organizzerebbe tutti i giorni capodanni, ferragosti e pasquette, con le conseguenti rotture per mettere tutti d’accordo, pur di avere una seconda possibilità.
Non scordatevi che anche quando i luoghi, le case, i fidanzati, i lavori cambiano, loro, le amiche di sempre, ci sono sempre per ricordati che, se “abbiamo fatto quella cazzata a 15 anni, ora possiamo fare e superare proprio tutto.”
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