Karma, quante volete ci siamo soffermati a pensare che l’universo era contro di noi? E quante volte noi siamo stati contro di esso?
Karma non è una parolaccia e neanche una filosofia new age per trovare risposta alla nostra vita di merda. È una legge sottile che regola l’universo, sospinta dalle energie che riusciamo ad emanare ed innescare nella nostra vita.
Non crediamo che siano fandonie inventate, perché proprio nel momento in cui non vuoi crederci e vuoi crogiolarti nella tua condizione poco ideale, il karma arriva e, fidati, si fa sentire.
Come quei giorni in cui stili un programma ben fisso nella tua mente, ma sai che alla fine non riuscirai a realizzare tutto, perché in fondo non ci credi neanche tu.
Come quei giorni che hai chiesto un ginseng al bar, ma inavvertitamente il locale ha finito le sue scorte stagionali di ginseng e no, finché non verrà il tecnico quel caffè marroncino e dolciastro non lo avrai.
Come quei giorni in cui parli con le amiche e un moscerino decide di suicidarsi dentro il tuo occhi destro facendoti sembrare una scema urlante mentre al tavolo accanto c’è il ragazzo più bello della spiaggia.
Come quei giorni in cui sei in spiaggia dopo tanto tempo e ti torna il ciclo con del simpaticissimo anticipo.
E se tutto questo succedesse in una sola giornata? Cosa penseresti?
Qualcuno me la getta, semplice sfiga, naaa non faccio caso a queste cose.
Eppure in realtà è semplicemente questione di karma.
Che non è fare una buona azione per esser premiati con una dose febbricitante di fortuna.
È quello che tu comunichi all’universo e quello che lui di rimando comunica a te.
E cosa ho detto io negli ultimi tempi a questo fantastico mondo?
Parole brutte e cattive, signori e signore. Di cose che non si dicono in fascia protetta.
Perché ero esausta, insoddisfatta e con tanta tanta voglia di lamentarmi.
E l’universo ha deciso questo, che non avrei rispettato i piani, che non avrei bevuto il mio ginseng, che sarei rimasta semi cieca davanti al ragazzo figo sulla spiaggia e che la suddetta spiaggia non sarebbe stata di mio gradimento con un inaspettato primo giorno di ciclo.
Ma io ricordo anche quando all’universo ho comunicato la mia voglia di cambiare, la mia voglia di freschezza. Lui me l’ha concessa, perché io ero d’accordo con lui e lui era sulla mia stessa lunghezza d’onda.
Ora non faccio altro che oppormi e sbraitare, sbraitare ed oppormi. Invece che lasciarmi andare, invece che ritornare a sognare, invece che provare a capire che essere felici è una scelta non un miraggio.
Facciamo un patto caro universo, diciamo che ci provo.
Diciamo che ti lancio addosso il mio simpatico corpo emotivo così da innescare delle meravigliose energie positive. Ma ti prego, giornate come questa non le ripetiamo (anche se dico cose brutte e cattive, perché poi sai che in fondo in fondo non le penso!)
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