Avete presente la serie tv di Mtv, figlia degli anni ’90?
Dai su, la ragazza con la frangetta scura e gli occhiali tondi, la sua giacca verde e la solita espressione sul viso. La ragazza che scrutava il mondo che la circondava con un cinismo implacabile, quello di chi non si fa plagiare da nessuna lente rosa e distorta.
Se fino ad ora avete capito di quale serie (animata) sto parlando, avete vinto un premio incredibile.
Scherzo, però vuol dire che avete una buona cultura e una buon memoria.
Sto parlando di Daria. Adoravo il suo modo di vedere le cose, il suo broncio e la sua lingua tagliente. Elementi che mi hanno contraddistinta da sempre. E mentre le mie amiche guardavano Sailor Moon o Rossana, io guardavo Daria.
Non che gli altri due cartoni non mi piacessero, però ecco, non riuscivo ad immedesimarmi in una beniamina della giustizia che cambiava completino e metteva lo smalto con una facilità incredibile.
Era più facile per me immedesimarmi in quella frangetta scura e in quegli occhi vispi e indagatori. Oltre che per la lingua tagliente, ovviamente.
Eppure, certe volte quella maschera cinica e sprezzante ha iniziato a pesarmi.
Come se dovessi per forza costringere le sensazioni al vaglio della mia morale, spogliarle degli elementi superflui, degli elementi felici e lasciare solo la carcassa nuda e cruda. Come se volessi costringere ogni cosa ad un inverno eterno.
Proprio mentre sguazzavo in questa situazione il mondo è crollato e non è stato il cinismo a salvarmi. Non è stata neanche una Sailor.
È stata un’invincibile estate.
Non ho avuto bisogno degli occhiali tondi di Daria per vederci meglio, avevo solo bisogno di più luce, tutto qui.
Da lì ho cominciato a dosare il cinismo, talvolta riuscendoci e talvolta no. Non ho abbandonato il modo dissacrante e sprezzante con cui abbattere i muri e le maschere della società, ma ho imparato a capire che come ogni lente con cui vedere la realtà, può comunque ritorcersi contro.
Dall’essere il miglior alleato del mondo, può diventare il peggior nemico, una prigione in cui chiudere le sensazioni perché si ha troppa paura di viverle sul serio e prenderle anche con la giusta dose di “miele melenso” (idioma inventato, cari lettori). Perché siamo fatti anche di questo, perché abbiamo bisogno anche di questo.
Perché il cinismo che contraddistingue la nostra generazione è solo un’arma di difesa che utilizziamo nei confronti di un mondo che sembra non volerci, come una madre ingrata che ci ha messo al mondo e poi ci abbandona. In un panorama così, si mette in discussione tutto, tutto viene posto al vaglio della nostra morale, tutto viene giudicato ( ed eccessivamente polemizzato) perché è quel che ci resta di un inverno troppo lungo.
Ma è stupendo scoprire che in inverno così rigido, viva ancora dentro di noi un’invincibile estate. Albert Camus Docet.
Cinismo mon amour o mon ennemi?
Io scelgo di friendzonarlo. Cinismo mon ami.
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