Questo non è certo un travel blog, né uno di quegli spazi sul web dedicati al dove mangiare, cosa fare e come comportarsi quando si va all’estero. Ma il pozzo da cui attingo la cristallina acqua della mia scrittura è sempre la vita, che a volte mi regala splendidi sorrisi, altre volte dei sonori schiaffi. Certo poi quell’acqua può diventare a tratti torbida o perché no? frizzante, perché imbastita dei miei pensieri che purtroppo corrono così veloci che a volte mi è difficile persino raggiungerli e comprenderli in pieno. Ebbene, ho avuto la fortuna di visitare una città dell’est, perché è così che viene definita quella parte di Europa che non rientri tra le mete più fighe e gettonate e che guarda caso si trovano geograficamente più ad est. Ironia a parte, la mia scelta per un viaggio è stata Budapest, il cui nome è già un programma: rappresenta la perfetta divisione di una città (divisione segnata naturalmente dal corso del fiume Danubio) che trattiene in sé gli elementi più antichi (Buda) e quelli più commerciali ed odierni (Pest).

budapest gaia ricci
Vista dalla Basilica di Santo Stefano

La prima cosa che ho notato era l’aria che si respirava, secca e piena al tempo stesso, e delicatamente insaporita dall’odore delle spezie. Sì, perché in Ungheria non puoi considerare una pietanza del reale cibo se non contiene all’interno almeno cinque spezie diverse.

Cibo tipico, pollo caramellato con pesche, sesamo, spezie e riso
Cibo tipico, pollo caramellato con pesche, sesamo, spezie e riso

La seconda cosa che ha scatenato il mio stupore è la gentilezza, nei modi delle persone, nel loro aiutarti se con il solito fare da turista italiano impacciato ti sei perso per strada. La compostezza, sì anche quella. Vivendo a Roma ho cominciato a dubitare del fatto che le persone potessero essere umane e non animali sbraitanti e inferociti che al minimo titubare ti spintonano o ti urlano addosso. A Budapest le persone sono composte. Nel loro modo di camminare, nel loro modo di esprimersi, nel loro modo di aspettare la metro, nel loro modo di scostarsi sulla destra di una scala mobile lasciando a sinistra lo spazio necessario per te che sei in ritardo e magari devi correre un po’ più veloce per arrivare al treno. Ma d’altronde non sarebbe neanche un problema aspettare diligente sul lato destro della scala mobile perché lì le metro passano ogni 30 secondi. Anzi, sono talmente gentili che in ogni stazione c’è un cronometro che segna il countdown dall’arrivo del treno e per renderti ancor più felice quando mancano 30 secondi il tuo mezzo di trasporto è già arrivato e ti aspetta con le porte aperte. Se qualcuno abita a Roma e conosce le sue stazioni metro, avrà la mia stessa reazione, crederà che quello che stia scrivendo sia un miracolo per gli eletti del paradiso. Invece no, è la pura realtà.

budapest Gaia Ricci
Paesaggio Urbano Budapest

Budapest è bella. Non è opulenta, non possiede i resti degli antichi latini, non si bea di storia millenaria. E’ bella perché coltiva quel che possiede e sia intesi, ciò non vuol dire che non abbia nulla da mostrare, anzi.

gaia ricci budapest
Palazzi storici Budapest

Ha meravigliosi palazzi in stile gotico, altrettante chiese con alte guglie e soffitti in cassettoni d’oro, un palazzo reale mozzafiato, viste panoramiche. Le più famose sono due:

-dalla Collina di Géllert, dove si erge la statua della Libertà è possibile vedere tutta la città, ma attenzione per raggiungerla bisogna armarsi di coraggio, vi sono più di mille scalini e innumerevoli salite da compiere per arrivare in cima; 

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Statua della Libertà, Collina di Gellert

– oppure vi è la più romantica a ridosso del Danubio, dal Bastione dei pescatori, una struttura fortificata costruita a Buda, dal quale è possibile vedere tutta Pest con un bicchiere di vino in mano, il chiarore della luna e le luci della città a costellare il panorama.

budapest gaia ricci
Vista del Parlamanto dal Bastione dei Pescatori

Poi vi sono il Parlamento, un palazzo neogotico dalla struttura simmetrica e colossale con i suoi giardini estremamente curati e i mercatini dove comprare cibo tipico, spezie, souvenir e prodotti della località. E molto altro ancora. Persino l’università sembra un sogno, come unire il concetto di college americano ad un palazzo antico e meravigliosamente curato.

budapest gaia ricci
Vista laterale del Parlamento
gaia ricci budapest
Interno del Parlamento
gaia ricci budapest
Mercatino di cibi, prelibatezze e bevande tipiche

Gli abitanti di Budapest sono orgogliosi. Sono orgogliosi della loro storia, del loro passato sofferente, delle cicatrici che portano sulla pelle. Non hanno molte opere d’arte, ma ciò che mettono in mostra è la storia, ma non quella che leggiamo o studiamo sui libri, si tratta della vita che scorre o ha smesso di scorrere per mano della guerra e della violenza. Sono stati invasi durante la seconda guerra mondiale e successivamente hanno sofferto la pesante gabbia del comunismo sovietico. Ma loro non si vergognano delle loro ferite, gettano luce su di esse per non dimenticare quel che è stato, per non dimenticare che si cade, ma come popolo forte e coraggioso, si trova anche la forza di rialzarsi in piedi. Infatti vi sono molti musei dedicati all’argomento come la Casa del Terrore e l’Ospedale nella roccia.

budapest gaia ricci
Ponte della Libertà Budapest

Li chiamano paesi dell’est, ma è stato tornando a Roma, nella nostra Italia che disprezziamo e buttiamo via neanche fosse la battona del peggior bordello di un bassofondo cittadino, che ho capito quanto fossimo ciechi e sordi a quello che è l’orgoglio, il decoro, la forza e la bellezza di un popolo. La bellezza non sta nei palazzi, nelle opere d’arte, nelle chiese antiche, in quello che i nostri avi ci hanno lasciato in eredità, la bellezza è nella cura che vi poniamo, nel rispetto che abbiamo nel conservare ogni piccola traccia della nostra cultura. E gli italiani ne hanno?

JEAN_LOUIS_THÉODORE_GÉRICAULT_-_La_Balsa_de_la_Medusa_(Museo_del_Louvre,_1818-19)

Dov’è il nostro orgoglio quando ci perdiamo nei soliti discorsi qualunquisti e nelle lamentele inopportune sul governo, sui politici e le tasse?

Dov’è il nostro decoro quando ci buttiamo a capofitto su un vagone della metro spingendo, urtando, urlando contro gli altri per la nostra frustrazione?

E la forza di un paese si dimostra dal modo in cui esso si piange ripetutamente addosso?

Budapest mi ha aperto gli occhi e mi ha ricordato un passo molto esaustivo della Divina Commedia:

Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di province, ma bordello!

Certe volte mi chiedo se Dante non avesse avuto lampanti doni di chiaroveggenza.